
Stando a quanto suggeriscono gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, le compravendite nel residenziale italiano sarebbero cresciute del 9,3% tendenziale nel corso del quarto trimestre 2018, per il livello più elevato degli ultimi due anni. Ma dove sono cresciute maggiormente? E cosa sta accadendo ai prezzi?
Nord Est e Centro trainano lo sviluppo delle operazioni
Disaggregando il dato di sintesi per aree territoriali, è facile notare come la crescita più marcata sia ancora una volta quella del Nord Est (+ 12,5%). Se tale elemento informativo non è certo una novità, lo stesso non si può dire per quanto concerne il Centro, che nella parte finale del 2018 ha accelerato dal precedente + 7,0% all’attuale + 12,4%, divenendo dunque una delle aree a maggiore tasso di sviluppo delle transazioni abitative.
Sopra la media anche la prestazione delle Isole, che aumentano del 10,5%, mentre la macrozona che si espande di meno rimane il Sud, anche se accelera dal + 3,0% al + 4,3%. Su scala nazionale, i comuni capoluogo crescono di più (+ 10%) dei comuni minori (+ 9%). In termini di superficie, il dato medio è simile a quello di un anno fa (106 metri quadri), ma sono le abitazioni più piccole (quelle sotto i 50 metri quadri) a crescere di più (+ 10,8%) rispetto alle altre categorie: quasi i 60% del mercato risulta però essere ancora in mano alle abitazioni di dimensione intermedia, tra i 50 e i 115 metri quadri.
Prezzi vicini alla stabilità
Se i dati sulle compravendite abitative sono sicuramente positivi, lo stesso non si può dire per quanto concerne i prezzi, che faticano a invertire la tendenza di declino.
A dimostrazione di ciò, si noti come il mercato italiano sia uno dei pochi che in ambito comunitario contrasta la crescita che l’Eurostat ha certificato per tutta l’UE, in cui nella seconda parte del 2018 si sarebbe verificato un incremento tendenziale dei prezzi di circa il 4,3%. Al contrario, in Italia il tasso tendenziale è ancora negativo (- 0,8%), quale media ponderata tra il calo del segmento delle abitazioni esistenti (- 1,3%) e quello delle abitazioni nuove (+ 1,4%).
I dati del sondaggio congiunturale
Chiudiamo infine con un breve cenno sui dati rilevati nel Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia, a cui lo stesso OMI ha contribuito.
All’interno del sondaggio emerge come la quota di agenti che segnala pressioni al ribasso nei prezzi degli immobili sia passata dal 16,3% della precedente rilevazione all’attuale 17,5%, mentre è scesa quella di coloro che esprime giudizi di stabilità dei prezzi (dall’81,7% al 79,7%).
Infine, viene evidenziato come la quota di agenti che afferma di aver venduto almeno un’abitazione nel periodo considerato è calata al 77,9% contro l’80,2% della scorsa rilevazione, e che il margine di sconto sui prezzi di offerta è segnalato essere intorno al 10,5%, con tempi medi di vendita di 7,2 mesi (ex 8,2 mesi). Come ultimi dati, condividiamo come la quota di acquisti finanziati dai mutui salga all’80,5%, con loan-to-value medio al 74%.
Altolago
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