
È proseguito anche nel corso del mese di novembre il calo delle richieste di nuovi mutui e surroghe. “Colpa” – se così si può dire – delle seconde rispetto ai primi, con la flessione dell’interesse dei finanziamenti per sostituzione che ha finito con il trascinare al ribasso il dato complessivo. Niente di nuovo sotto la luce del sole, dunque, quanto – piuttosto – l’emersione di un fenomeno già noto a tutti gli osservatori, che potrebbe proseguire in via attenuata anche nel corso del 2018.
Con tale breve parentesi iniziale si spiega così l’evoluzione negativa delle interrogazioni relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe monitorate dal Barometro Crif, che evidenzia per il mese di novembre una flessione del 20,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, e – da inizio anno ad oggi – una più contenuta contrazione del 10,3%.
Crescono gli importi richiesti
A dimostrazione di quanto le surroghe stiano influenzando il mercato (prima con la loro forte propensione alla richiesta, ora con l’esaurimento della foga) si noti come non debba stupire nemmeno la progressiva crescita dell’importo medio richiesto, ancora sotto quota 130 mila euro come media nazionale, ma con una tendenziale preferenza verso le fasce di importo medio elevato.
Guadagna pertanto lo 0,8% la fascia di importo tra i 150 e i 300 mila euro, cui sono oggi orientate le preferenze del 20,4% dei mutuatari, a discapito della fascia di importo “tipica” per le surroghe, quella entro i 75 mila euro, che va a perdere lo 0,6% al 26,8% del totale. La fascia preferita è comunque ancora oggi quella tra i 100 e i 150 mila euro, capace di conquistare i tre decimi dell’intero mercato.
In aumento la durata del finanziamento
A crescere non è – comunque – solo l’importo medio richiesto dai mutuatari italiani alle banche e alle finanziarie. I dati aggiornati a novembre 2017 ci informano infatti che sempre più spesso le nuove operazioni tendono a concentrarsi su fasce di durata piuttosto elevate, a ribadire – con un altro dato statistico – quanto stia migliorando il contriibuto delle nuove erogazioni, piuttosto che delle surroghe.
Ne deriva, in termini più analitici, che la fascia di durata tra i 25 e i 30 anni guadagna l’1,8% in un anno portandosi al 22,2%, mentre quella tra i 5 e i 10 anni (ricordiamo, quella probabilmente più orientata nelle surroghe) perde la stessa proporzione al 18,3%.
E per il nuovo anno? Per il 2018 in fase di avvicinamento, è molto probabile che ci si debba attendere un congruo proseguimento della tendenza finora tracciata, pur su proporzioni probabilmente inferiori per quanto concerne la flessione del dato complessivo delle nuove richieste, destinato a stabilizzarsi e, in alcuni mesi, a invertire il trend negativo ora formalizzato.
Altolago
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