
Gli ultimi dati OMI pubblicati qualche giorno fa (e disponibili integralmente sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate) ci comunicano che la rendita catastale complessiva che viene attribuita allo stock immobiliare italiano ammontata – nel 2016 – a 37,1 miliardi di euro, con un 60,8% relativa a immobili di proprietà di persone fisiche (22,6 miliardi di euro) e il restante 39,1% riconducibile a immobili di proprietà di persone non fisiche. Marginale e trascurabile è la rimanete quota (circa 30 milioni di euro, lo 0,1% del totale) in capo ai beni comuni censibili.
Sono sempre i dati OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare) a segnalare come rispetto al 2015 il valore della rendita catastale complessiva sia diminuita dell’1,1%. Ad osservare il dettaglio e lo spaccato dei dati per singoli gruppi immobiliari, è abbastanza facile comprenderne il perchè: la rendita catastale del gruppo D è calata del 5% a 10,4 miliardi di euro, quale conseguenza dell’introduzione delle nuove norme (art. 1, commi 21 e 22, legge 208/2015 – Legge di stabilità 2016) che hanno escluso dal conteggio della rendita le componenti impiantistiche sono destinate alla produzione, oltre ad alcune operazioni di rettifica di rendite catastali errate, introdotte nelle banche dati.
Fatto salvo il passo indietro della rendita catastale del gruppo D, l’unico altro gruppo che ha prodotto una variazione negativa è quello relativo agli immobili A/10: la flessione è tuttavia molto ridotta (- 0,2%) e principalmente riconducibile agli immobili in capo alle persone non fisiche.
Per quanto attiene gli altri gruppi, le prestazioni sono complessivamente positive, con il gruppo A – quello maggiormente “pesante”, in termini di rendita catastale (16,8 miliardi di euro complessivi) – che cresce dello 0,5%. Fa ancora meglio il gruppo B, con un + 0,9% a 1,3 miliardi di euro, mentre è più contenuta la crescita del gruppo C, + 0,3% a 6 miliardi di euro. Forte la crescita del gruppo E: + 5,6% a 784 milioni di euro.
Dividendo i valori di rendita catastale complessiva per il numero di singole proprietà immobiliari presenti sul territorio italiano, emerge inoltre come la rendita media sia pari a 577 euro, quale ponderazione tra i 396 euro di rendita media per le persone fisiche, i 2.002 euro di rendita media per le persone non fisiche, e i 331 euro di rendita media per i beni comuni censiti.
Il gruppo che contribuisce maggiormente in termini di rendita catastale media unitaria è quello E, con un valore di 8.104 euro, davanti ai 6.667 euro del gruppo D, ai 6.765 euro del gruppo B e ai 2.323 euro degli immobili A/10. Il gruppo con la minore contribuzione unitaria in termini di rendita è invece il gruppo C, con un valore di 225 euro. Il gruppo più “popolato” di immobili, quello A (con esclusione di A/10) ha invece una rendita media di 484 euro, quale frutto della ponderazione dei 484 euro della rendita per persone fisiche, i 495 euro della rendita per persone non fisiche e i 314 euro della rendita per i beni comuni censiti.
Altolago
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