
Secondo quanto rivela la nuova stima compiuta da Crif nella sua Bussola Mutui, lo spread proposto dalle banche italiane sui tassi dei mutui erogati nel corso del primo trimestre dell’anno sarebbero rimasti stabili, intorno ai 100 punti base per i mutui a tasso di interesse variabile, e intorno ai 40 punti base per i mutui a tasso di interesse fisso. Una conferma dell’impressione che era già nell’aria da qualche settimana: nel primo quarto del 2017 non si è verificato l’atteso incremento dei tassi di interesse finali applicati alla clientela, che è stato dunque probabilmente spostato alla seconda parte dell’anno.
Gli spread nel primo trimestre 2017
Nel dettaglio, la Bussola ha rilevato come per un’operazione di mutuo pari a 140.000 euro, con durata del piano di ammortamento pari a 20 anni, valore dell’immobile di 220.000 euro e conseguente loan-to-value (cioè, la relazione sussistente tra l’importo del mutuo e il valore del bene oggetto di ipoteca) pari al 64%, la media trimestrale dei migliori spread applicati sui mutui a tasso variabile si posiziona intorno ai 100 punti base, mentre la media dei migliori spread per mutui a tasso fisso si assesta intorno ai 40 punti base. Ne deriva che le banche sembrano aver confermato la propria politica di costo del credito nella prima parte dell’anno, rimandando al secondo o al terzo trimestre eventuali riposizionamenti in termini di pricing.
Forte il peso delle surroghe
Per quanto concerne ulteriormente il peso delle surroghe, che negli ultimi anni hanno permesso di rinvigorire un mercato dei mutui che altrimenti avrebbe corso il rischio di vedere il transito di volumi molto scarni, si noti come il peso delle surroghe sia ancora molto elevato, essendo pari a circa il 60 per cento di tutte le erogazioni (peraltro, in incremento rispetto al 56 per cento dell’ultimo quarto del 2016). Ad ogni modo, riteniamo che il peso relativo delle surroghe sia destinato a diminuire con il passare dei mesi, e che dunque già dal secondo quarto dell’attuale anno si possa assistere a una decisa diminuzione di tale componente, pressata sia dalla riduzione della platea di potenziali mutuatari interessati a compiere una simile operazione (in altri termini, chi era interessato a effettuare una surroga è molto probabile che lo abbia formalmente fatto nel recente passato) sia dal previsto rialzo dei tassi IRS, e quindi dei tassi finiti per i mutui a surroga a tasso fisso, che oggi rappresentano una buona parte delle nuove operazioni di surroga.
Cresce l’importo medio erogato
Per quanto riguarda infine gli altri dati di maggiore interesse che emergono dalle ricerche compiute, si noti come l’importo medio erogato nei mutui sia salito a quota 116.400 euro alla fine del 2016, contro i 113.600 euro del terzo quarto 2016, e come per quanto attiene la tipologia di tasso, quello fisso sia ancora fortemente prevalente, figlia della volontà dei mutuatari italiani di “congelare” il costo della propria operazione sul lungo termine, mettendosi così al riparo dal futuro incremento dei tassi di mercato.
Altolago
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